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“Coraline e la porta magica” è un film d’animazione del 2009, tratto dal celebre romanzo per ragazzi di Neil Gaiman. Cosa può comunicarci e perché vederlo con i figli? Ce ne parla la dott.ssa Giulia Belcredito, psicologa psicoterapeuta ( dell'adulto e del bambino). Il film ci parla di genitori che disattendono le aspettative dei figli, di figli che cercano un'eterna gratificazione (che si rivela non autentica e non vitale), di mancate sintonizzazioni tra genitori e figli (che sono assolutamente normali e aprono al nuovo e alla vita) e ci mostra come la possibilità di "riparare" la non sintonizzazione sia un processo che consente di vivere gli spazi reali e vitali, che - per quanto talvolta deludenti - non possono essere sostitui con universi virtuali, identità fittizie e gratificazioni illusorie.
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Spinti dalla riflessione sul pensiero della filosofa spagnola María Zambrano, possiamo allargare lo sguardo sull'idea di cura, così importante soprattutto oggi di fronte alle incertezze della pandemia. Il consulente filosofico Davide Gravellini ci guida nella possibilità di entrare in contatto con noi stessi, con le nostre fragilità, e con gli altri. Perché "non c'è vita se non si viene ad esserci nello sguardo degli altri", vivendo la cura con gli altri e per gli altri.
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Genitori si diventa. Non c’è dubbio. Alla nascita di un figlio, un adulto, uomo o donna che sia, diventa genitore, ovvero colui/colei che "ha generato, prodotto". È chiaro che questa è una premessa necessaria (anche non in senso strettamente biologico, se pensiamo alle adozioni e agli affidi), ma non sufficiente per l’essere genitori. Si diventa genitori anche in senso più ampio: occupandosi ogni giorno dei figli, aiutandoli a crescere ed essendo disposti a crescere. Ce ne parlano Giulia Cavalli e Mariella Bombardieri, autrici di "Genitorialità creativa. L'antimanuale per genitori" (ed. Morcelliana, 2019).
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La comunicazione (spesso caotica e fuorviante) di questo periodo di pandemia ci ha riempito per mesi la testa con termini come: quarantena, lockdown, chiusura, paura, obblighi, contagio, bollettino...
Sappiamo bene come le parole influenzino il pensiero, gli diano forma e creino un’immagine della realtà (perché la realtà non è quella che vediamo, ma quella che il nostro cervello costruisce). La psicologa psicoterapeuta Giulia Cavalli suggerisce come non si tratti di trovare parole edulcorate di fronte a una realtà tragica, ma di porre l’attenzione su aspetti differenti.
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Nella nostra società, al lavoro come a casa, sembra che ci sia richiesto di essere sempre performanti, brillanti, di far tutto bene e rapidamente. E così rincorriamo un modello di essere umano che crediamo sia l’ideale da raggiungere: un essere umano smagliante, un super-eroe che corre, che si gode i successi, che sa già tutto.
Insieme alla psicologa psicoterapeuta Giulia Cavalli, possiamo interrogarci su che fine ha fatto il valore profondo dell’errore e dei passi che ne conseguono nell'epoca attuale e sull'utilità di incontrare i propri limiti, fin da bambini.
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Il Centro di Psicologia di Gessate è una realtà di professionisti, fondata dalla dott.ssa Giulia Cavalli, che ha come obiettivo il sostegno e la formazione. Ci rivolgiamo ad ogni fascia di età (bambini, adolescenti, giovani, adulti, anziani, coppie, famiglie).